Il Centro San Mamiliano a Palermo

LA VISITA AI CINQUE GIOIELLI ARCHITETTONICI DEL CENTRO SAN MAMILIANO PARTE DA PIAZZA TREDICI VITTIME, CHE PRENDE IL NOME DAL MONUMENTO DELLE TREDICI VITTIME, UN OBELISCO DI MARMO BIANCO CON PALME DI BRONZO AGLI SPIGOLI E UNA STELLA DI BRONZO AL VERTICE; ESSO FU ERETTO IN MEMORIA DEI TREDICI FUCILATI DEL 14 APRILE 1860, I NOMI DEI QUALI SI TROVANO ISCRITTI IN TAVOLE MARMOREE CHE CIRCONDANO IL BASAMENTO. ACCANTO A QUESTO MONUMENTO SI APRIVA L'ANTICA PORTA DI S. GIORGIO, CHE VENNE ABBATTUTA; ENTRANDO PER ESSA NELLA VIA SQUARCIALUPO, A SINISTRA SI TROVA LA CHIESA DI SAN GIORGIO DEI GENOVESI. ACCANTO AD ESSA, SULLA MEDESIMA LINEA, SI TROVAVA UN'ALTRA CHIESA DETTA DELL'ANNUNZIATA: ESSA E' STORICA PERCHE' VI AVVENNE L'8 SETTEMBRE DEL 1518 L'UCCISIONE DI GIOVAN LUCA SQUARCIALUPO, CHE AVEVA TENTATO DI SCOTERE IL GIOGO DI SPAGNA PER ISTITUIRE UNA REPUBBLICA IN PALERMO. CONVENUTI QUI I CAPI DELLA RIVOLTA CON ALTRI NOBILI, FURONO DA QUESTI A TRADIMENTO UCCISI. PER RICORDARE IL FATTO FU DEPOSTA UNA ISCRIZIONE APPOSITA, E DOVE E' IL CONSERVATORIO DI MUSICA, LA PORTA DEL QUALE E' DI STILE NORMANNO E APPARTIENE A UN EDIFICIO ANTICO DEL QUALE NON SI HA MEMORIA ALCUNA. DI FRONTE AL CONSERVATORIO SORGE LA GRANDE CHIESA DI SANTA CITA O ZITA (OGGI CHIESA DI S. MAMILIANO). ACCANTO ALLA CHIESA, NELLA LATERALE VIA VALVERDE, SI TROVA L'ORATORIO DI SANTA CITA, DOVE SONO DA AMMIRARE GLI STUPENDI STUCCHI DEL SERPOTTA E IL QUADRO DEL ROSARIO DI CARLO MARATTA. PROSEGUENDO PER LA VIA SQUARCIALUPO TROVIAMO LA CHIESA DI S. MARIA IN VALVERDE, DOVE E' DA AMMIRARE LA TELA DEL NOVELLI. ENTRANDO NELLA VIA DEI BAMBINAI SI TROVA LA CHIESA DELLA COMPAGNIA DEL ROSARIO DI S. DOMENICO (L.N.)

domenica 20 febbraio 2011

L'Oratorio del Ss. Rosario in Santa Cita



La compagnia del SS. Rosario in Santa Cita fu fondata nel 1570 dopo la scissione con l’omonima compagnia con sede in San Domenico ed inaugurò il proprio oratorio nel 1686. La compagnia, tra le più ricche e prestigiose, costretta ad un rigido protocollo comportamentale, si dedicava ad opere assistenziali ed alla remissione dei peccati attraverso forme di indulgenza plenaria.
L'oratorio di Santa Cita rimarca lo schema tipo dell’oratorio come luogo di assemblea e di culto, con doppia funzione liturgica e sociale e col netto contrasto architettonico tra l’esterno fortemente modesto e l’interno splendidamente adorno. Al sito si accede attraverso un piccolo portale sormontato da uno scudo marmoreo che attraverso una scalinata porta al ballatoio maiolicato su cui prospettano due portali marmorei tardo-cinquecenteschi. Un ampio antioratorio conduce all’aula oratoriale, splendida nel raffinato corteo barocco di stucchi sapientemente elaborati e realizzati da GIACOMO SERPOTTA, incaricato tra il 1685 e il 1690 di impreziosire l’intero ambiente ecclesiastico con un apparato iconografico basato sugli exempla dei Misteri e delle Virtù. L’aula rettangolare presenta i caratteri identificativi dello spazio liturgico ed insieme assembleare: il seggio dei Superiori tra le due porte d’accesso, l’altare rialzato nell’area presbiteriale e gli scanni lignei in ebano intarsiato di madreperla sulle pareti lunghe su cui sedevano i confrati per assistere alle cerimonie religiose e alle adunanze. Sulle pareti laterali un raffinato ciclo plastico, composto da putti, statue allegoriche e teatrini, illustra i Misteri Dolorosi, Gaudiosi e Gloriosi.
L’episodio cardine dell’oratorio, rappresentato al centro della controfacciata alla zona absidale, è la storica Battaglia di Lepanto in cui la flotta cristiana, protetta dalla Madonna del Rosario, vince contro i Turchi. Il catino presbiteriale quadrangolare fu decorato dal Serpotta tra il 1717 e il 1718: l'intervento ritenuto necessario per esaltare la magnifica tela raffigurante la Madonna del Rosario dipinta da CARLO MARATTA nel 1695 ed inserita sull’altare.

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